Signore, innanzi a te dico la tribolazione
e spando la preghiera davanti a te:
la luce al tuo cenno m’ha lasciato
e l’anima è nuda
sotto il cielo del tuo sguardo.
Il mio corpo è lontano
e smarrita ho la mia voce:
ora non odo il pianto della moglie
e la triste invocazione dei figli;
solo solo davanti a te, Signore
e la mia vita è tua come la mia morte.
Io innalzo la mia orazione:
se grande è il numero dei vivi
se immenso è il numero dei morti,
per il lungo dolore dell’adolescenza
per i peccati dei miei anni perduti,
accoglimi in te, dopo la tenebra
profonda della vita.
Roberto Roversi