Viareggio, la Nato, il cavolo e il baccalà

Una vecchia canzone del carnevale di Viareggio recita: “la pace con le bombe non si fa è come il cavolo sul baccalà”.

Quando la Fondazione Carnevale che organizza la manifestazione, ha annunciato che, alla festosa sfilata, avrebbe partecipato la Banda Militare della Nato è chiaro che a molti la cosa è sembrata quanto meno poco opportuna.

Sono entrati allora in scena tre interpreti: il primo è lo spirito della città. Nella città dell’energia allegra e anarchica del Carnevale la protesta non poteva essere che colorata e allegra.

Il secondo una tradizione importante che unisce spiritualità e agire sociale. Viareggio è stata la città dell’esperienza bellissima della comunità dei Preti Operai creata da don Sirio Politi. Una figura importante don Sirio che, oltre a prete e artigiano, è stato anche un importante disubbidiente (processato e condannato con altri pacifisti per la manifestazione a Montalto di Castro) ed un intellettuale che ha riflettuto su temi come l’obiezione di coscienza le morti sul lavoro, la pace a cui ha dedicato alcune opere teatrali. E’ quindi naturale trovare l’ultimo protagonista di quella comunità, don Luigi Sonnenfeld, come uno dei protagonisti della risposta della parte della città contraria all’esibizione.

Da questa interpreti nasce l’idea di organizzare una banda della pace, colorata, giocosa e felicemente sgangherata come si deve essere a Carnevale. Per lo slogan la strofa di una delle canzoni più amate del carnevale, “Siam tutti coltellacci”, sembra fatta apposta e cosi nasce il Carnevale con le bombe non si fa è come il Cavolo col baccalà. Manca una hit e qui arriva in soccorso quello che è l’inno del Carnevale: Sulla coppa di Champagne. Con pochi adattamenti il testo è cambiato e, complici due tre prove nella chiesetta del porto, tutto è pronto per andare in scena

Ecco allora il terzo interprete: la Banda degli Ottoni a Scoppio.

Un complesso solidale che da trent’anni suona, a titolo volontario, per dar voce agli ultimi, agli indifesi, al fianco dei lavoratori, con la convinzioni che la musica possa cambiare la vita delle persone e la società.

Ecco quindi che prima dell’inizio del corso clou del Carnevale, domenica 19 febbraio, Banda della pace e i musicisti degli Ottoni a Scoppio, ospitati nelle case dei volenterosi, hanno dato vita ad una manifestazione giocosa ed ironica che ricorda che il Carnevale è sberleffo ed ironia e non va accostato a militari e guerre se non per prenderli in giro

per saperne di più

Don Sirio Politi

Ottoni a scoppio

Siam tutti coltellacci

Sulla Coppa di Champagne

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Un commento

  1. Personalmente trovo stupido polemizzare contro la presenza di una banda musicale al carnevale di Viareggio. Peraltro non vedo alcun nesso fra la partecipazione di un corpo musicale ad una manifestazione chiaramente pacifista con la guerra. Negli anni sono stati spesso invitati complessi musicali appartenenti ad altri corpi militari e, sen non ricordo male, anche quest’anno è stata invitata la banda dei Bersaglieri. Forse l’esercito italiano non fa parte della NATO?

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