Trote del mulino

All’interno del parco delle foresti casentinesi, poco lontano da dove nasce l’arno, si trova un mulino del milleduecento rimasto in attività fino alla metà del Novecento: Molin di Bucchio.

Ma anche se ora le macine sono fermi il luogo è nato ad una nuova vita sfruttando un altra vocazione del luogo. Alla fine dell’800 era nata li una troticoltura, le antiche vasche c’erano ancora anche se completamente abbandonate e ricoperte dalla vegetazione. Un gruppo di ragazzi le hanno restaurate a mano con un sogno: L’acquacoltura. Un progetto costoso e lungo. E così in attesa di un contributo europeo è nata In Quiete una associazione (poi cooperativa) che promuove servizi turistici ed escursioni nel parco.

Cosi grazie a quell’attività, e al finanziamento europeo (Feap), i progetto ha preso pian piano quota. All’inizio sono state allevate le specie ittiche locali (appenniniche) a rischio di estinzione. Così col Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi: è iniziato il ripopolamento dei torrenti: il ghiozzo di ruscello, il barbo tiberino, la trota fario appenninica e anche il gambero d’acqua dolce. Un aiuto fondamentale per il mantenimento della biodiversità. Ma a questo proposito c’è una sfida ancora più stimolante: a rintracciare la genetica della trota autoctona, un progetto a cui la coop, con l’avallo dell’Ispra, sta lavorando con impegno.

Accanto all’impegno ambientale la coop ha anche una linea di produzione di specie da vendere per il mercato alimentare: salmerini e trote iridee. Anche in questo casi pesci allevati con acqua sorgiva purissima, mangime biologico, senza l’ausilio di famaci (è utilizzato l aglio macerato in aggiunta al mangime che è un antisettico naturale)con una densità in vasca inferiore ai parametri fissati per il biologico.

Questa capacità di coniugare produzione e sostenibiltà ambientale non poteva passare inosservata e cosi nel dicembre 2020l’Europa ha premiato i ragazzi, prima azienda italiana ad aggiudicarsi questo riconoscimento, come Azienda Best Practices. Ma questo non è il solo riconoscimento l’altro, egualmente importante, viene dal “mercato”.

Singoli consumatori (volendo la coop consegna anche a domicilio), ristoranti interessati ai prodotti di qualità e gruppo di acquisto solidale (Gas) attraverso i loro acquisti rendono possibile un’acquacoltura improntata alla salvaguardia della biodiversità e al rispetto per l’animale e sostenibile economicamente.

per saperne di più

https://www.cooperativainquiete.it/antica-acquacoltura-molin-di-bucchio/



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