Metti In Comune l’Energia

Una comunità energetica, è un insieme di cittadini che produce, distribuisce e condivide energia rinnovabile. Con la creazione delle comunità si favorisce la condivisione di energia a prezzi vantaggiosi, si fa una lotta efficace allo spreco energetico contribuendo cosi alla riduzione delle emissioni di CO2.

Sia le persone che vivono in un condominio sia quelle che vivono in una casa indipendente possono entrare a far parte di una Comunità Energetica. Ne può far parte sia chi ha istallato un impianto fotovoltaico con accumulo ( i cosi detti prosumer), sia chi non ha un sistema fotovoltaico o ha un impianto privo di batteria (detti consumer).

Le comunità energetiche in Italia sono regolate dal Decreto Milleproroghe , che introduce la possibilità di formare progetti di autoconsumo collettivo di energia proveniente da fonti rinnovabili. Per formare una comunità energetica, questa deve rispettare alcune condizioni:

Avere come obiettivo primario portare benefici ambientali, economici e sociali alla comunità in cui opera, e non rappresentare la principale fonte di reddito per i prosumer;

Avere impianti con una potenza complessiva minore di 200 kW ed essere stati attivati dopo l’entrata in vigore del Decreto Milleproroghe. Inoltre, la condivisione di energia deve avvenire mediante la rete distributiva già esistente con lo scopo di autoconsumo istantaneo.

Avere un contratto di diritto privato che regola i rapporti fra i partecipanti alla comunità con i consumer liberi di lasciarla quando lo ritengono opportuno.

I passi concreti per realizzare una comunità energetica sono creare il soggetto giuridico, con uno statuto ( o atto costitutivo o un oggetto sociale) che preveda esplicitamente benefici economici, ambientali e sociali; una partecipazione aperta e volontaria; avere a disposizione un luogo ( che sia un’area o dei tetti) per istallare gli impianti e trovare i partecipanti limitrofi. Occorrerà poi procedere alla realizzazione degli impianti(a partire dalle procedure amministrative) e infine richiedere gli incentivi al Gestore dei Servizi Energetici facendo la la richiesta di accesso al servizio di valorizzazione e incentivazione dell’energia condivisa.

Le comunità energetiche si stanno sviluppando e, per il 2050, si stima che 264 milioni di cittadini europei si uniranno al mercato energetico come prosumer e generando circa il 45% dell’elettricità rinnovabile complessiva delle comunità.

In Italia ci sono già molte comunità e cooperative energetiche situate principalmente nella zona
settentrionale della penisola. Alcune esperienze addirittura attive già nei primi decenni del XX secolo rappresentano dei veri prototipi di comunità energetiche .
Una di queste è a FUNES nata nel 1921 in Alto Adige con il nome di “Società Elettrica Santa Maddalena”. Ancora oggi, l’energia elettrica utilizzata localmente viene prodotta da tre centrali idroelettriche (San Pietro 775 kW, Meles 2.698 kW e Santa Maddalena 225 kW), da un impianto fotovoltaico (170 kW) e da due impianti di teleriscaldamento a biomassa (1.100 kW e 700 kW). Una vera e propria rivoluzione, che ha fatto di questa valle un fiore all’occhiello nel campo dei territori completamente sostenibili, dove il ruolo dei cittadini che vi aderiscono, riuniti in forma di cooperativa, ha reso la valle capace di produrre, rinnovabile al 100%, più energia elettrica di quella consumata. Il restante è immesso nella rete nazionale e i ricavi sono reinvestiti sullo stesso territorio, traducendoli in sconti in bolletta o in investimenti per nuovi impianti.
La EWERK PRAD, Cooperativa di Prato allo Stelvio, gestisce 17 impianti a fonti rinnovabili (4.000 kW di idroelettrico, 103 kW di PV, 1.600 kW a biomassa). Un modello di eccellenza che affonda le proprie radici nel 1923 a Prato allo Stelvio, quando un gruppo di ragazzi decide di costruire una mini centrale idroelettrica e, per sostenerne i costi, avvia una cooperativa con 40 famiglie del posto. Ad oggi conta 1350 soci, ovvero il totale delle famiglie del piccolo comune che, oltre ad essere utenti, sono, grazie alla formula cooperativa, titolari della produzione dell’energia elettrica e del gas. In questo caso, il risparmio sulla bolletta è del 30% nel primo (energia elettrica) e del 20% nel secondo caso (gas).

Un inizio tutto al nord e ancora oggi il settentrione fa la parte del leone ma ci sono esperienze interessanti anche al sud   come in Sardegna dove i piccoli Comuni di Villanovaforru e Ussaramanna hanno scelto la via dell’autoconsumo, ufficializzando la costituzione delle Comunità Energetiche Rinnovabili. Oppure in Sicilia dove Enel X e Banca Agricola Popolare di Ragusa hanno supportato un progetto di autoconsumo collettivo.
Il nostro Paese comunque conta più di 3.500 Comuni che fanno solo uso di energia rinnovabile e secondo uno studio del Politecnico di Milano, si stima che entro 5 anni le energy community italiane coinvolgeranno circa 1,2 milioni di famiglie

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