Nel luccicare delle vetrine a Natale, vien da chiedersi quanto sia rimasto, di autentico, nelle Feste.
Sommersi dai mille richiami delle sirene della pubblicità, abbiamo quasi dimenticato cosa significano davvero queste ricorrenze. Ma non tutto è perduto. In giro per l’Italia esistono ancora belle tradizioni che sopravvivono agli assalti del consumismo.
Ad esempio, a Camaiore, nella frazione di Capezzano, la Befana è la vera protagonista delle feste; non il Babbo Natale vestito di rosso, che da noi è arrivato con la cultura americana.
Fino agli anni settanta del secolo scorso, gruppi di giovani si mettevano in viaggio, la sera del cinque gennaio, attrezzati solo della loro voce, di un carretto trainato da un mite asinello e di alcune damigiane di vino, vuote. Ohibò. Che se ne facevano di tre o quattro damigiane vuote? Quei ragazzi andavano di casa in casa cantando le canzoni popolari della befana. A ogni sosta, i padroni delle case che visitavano offrivano loro un bicchier di vino e, i più benestanti, anche qualche biscotto. Ma invece di berlo, il vino veniva versato nelle damigiane. Così quei ragazzi potevano tornare a notte fonda con una preziosa scorta della popolare bevanda.
La povertà era tanta, e per molte famiglie quel vino da mettere in tavola era davvero il benvenuto. Naturalmente, alla fine, nelle damigiane venivano mescolati tanti vini diversi e possiamo solo immaginare il sapore di una tale miscela.
I cantori della Befana si fermavano nelle case che tenevano il lume acceso, mentre se il lume era spento passavano oltre. Significava che la famiglia non voleva essere disturbata.
Oggi, i gruppi delle Befane si sono modernizzati e usano i mezzi di trasporto più disparati; autobus, camion, furgoncini, e persino biciclette. Per il repertorio, ci si affida alla tradizione, oppure all’inventiva di alcuni autori, che spesso sono maestri di musica diplomati al Conservatorio.
Prima del cinque gennaio, le famiglie che hanno bambini piccoli, o che comunque amano ascoltare le Befane, contattano i capibefana (una specie di direttori dei vari gruppi) chiedendo di essere visitate.
Nella piccola frazione, sono attivi oltre quindici gruppi di befane e i più numerosi arrivano addirittura a contare una cinquantina di volontari, tra musicisti e cantanti. La magia inizia al calar del sole, quando i vari gruppi si incrociano nelle vie principali del paese, dove si fermano a cantare nei negozi che li hanno invitati.
Ma il clou della festa è un po’ più tardi, con i bambini in attesa, incollati ai vetri delle finestre, che ascoltano le canzoni con gli occhi spalancati. Sanno che dopo la musica arriveranno i tanto agognati regali, consegnati dalla Befana e dal Befanotto, che è il suo sposo.
Tra dolcetti, panini con la salsiccia, vino e altre bevande, ogni sosta è una vera gioia e i padroni di casa fanno a gara per accogliere i gruppi con tante leccornie diverse.
La festa si concluderà solo a tarda notte, e il giorno dopo tanti cantanti saranno mezzo afoni, ma davvero felici, anche se dovranno fare un ultimo sforzo per cantare di nuovo nella piazza davanti alla chiesa, per la soddisfazione di tutti i bambini che non hanno potuto ascoltarli altrove.
Per capire la differenza tra un Natale consumistico e una vera festa, basta vedere il luccichio della contentezza nei loro occhi.
Carlo Alberto Turrini
Nota; Camaiore è un paese che si trova in Toscana, provincia di Lucca. Sorge sulle colline che si trovano alle spalle della riviera della Versilia,Si raggiunge in pochi minuti di auto dalla uscita Viareggio dell’autostrada Genova Livorno