In Italia si discute sulla possibilità futura di introduzione del reddito di cittadinanza ( cavallo di battaglia del M5S). Una cosa diversa dal reddito minimo garantito e da tutte le forme di integrazione e di assegni sociali. Questa erogazione infatti viene distribuita a tutti coloro dotati di cittadinanza e di residenza in grado di consentire una vita minima dignitosa, cumulabile con altri redditi (da lavoro, da impresa, da rendita), indipendentemente dall’attività lavorativa effettuata, dalla nazionalità, dal sesso, dal credo religioso, dalla posizione sociale ed erogato durante tutta la vita del soggetto. La sensazione è che in Italia difficilmente questo provvedimento vedrà la luce e non solo per ragioni economiche. A molti sembrerà utopico se non addirittura sbagliato ma esiste un luogo dove questa misura viene concretamente sperimentata: Utrecht. Qui una fetta di popolazione, ma le autorità si riservano di estendere l’esperimento alla totalità, riceverà un reddito di cittadinanza di 660 sterline ( circa 900 euro) al mese. L’obiettivo è di trasformare il reddito di cittadinanza, che però qui viene chiamato reddito di base incondizionato, in un diritto universale dei cittadini Olandesi. Secondo gli studiosi olandesi, il reddito di cittadinanza avrebbe ripercussioni positive dal punto di vista socioeconomico. In primo luogo, scongiurerebbe la povertà diffusa. Secondo:, visto che una minima entrata economica sarebbe garantita a prescindere per tutti, darebbe la possibilità ai cittadini di scegliere un lavoro che rispecchi davvero i propri obiettivi e le proprie aspettative e quindi ci sarebbe una miglior distribuzione e sfruttamento delle risorse umane e delle competenze senza doversi accontentare della prima cosa che capita per poter mangiare. Insomma saremmo tutti meno poveri e un po’ più felici. Inoltre ci sarebbero benefici dal punto di vista dei costi perché ci sarebbe un azzeramento di tutti i costi burocratici legati agli attuali sistemi di controllo sui sussidi di disoccupazione . Naturalmente ci son numerosi contrari che basano la loro avversione essenzialmente su due considerazioni: 1) dare al cittadino soldi senza chiedere nulla in cambio lo spingerebbe a “vivere di rendita”; 2) il reddito di cittadinanza sarebbe difficilissimo da coprire a livello economico da un qualsiasi Stato europeo.
Un progetto antico la cui prima formulazione venne fatta da Thomas Paine, idealista inglese considerato tra i padri fondatori degli Stati Uniti d’America, alla fine del 1700 e da sempre oggetto di discussione. Da settembre ad Utrecht si è iniziato a fare sul serio anche se solo come esperimento. Il professor Loek Groot, dell’università di Utrecht, ha poi il compito di monitorare e valutare i risultati. Durante il processo di valutazione, tra l’altro, i risultati del gruppo di beneficiari del reddito di base incondizionato saranno poi confrontati con quelli di un gruppo di persone che riceve l’attuale forma di reddito minimo tradizionale con tutti i corollari dei controlli e delle forme di condizionalità.