Nel 1549 Étienne de La Boétie scrive un piccolo pamphlet, circa una 50ina di pagine, che nella traduzione italiana è conosciuto col titolo Discorso sulla servitù volontaria. Il testo venne pubblicato in maniera clandestina nel 1576 a causa del suo forte contenuto eversivo. In un’epoca in cui la Francia era governata da una monarchia l’autore si chiedeva: cosa spinge l’uomo a riconoscere l’autorità di un sovrano e a riconoscersi come suo suddito?
Avevo letto questo testo qualche tempo addietro, durante la stesura della mia tesi triennale ma, pur avendolo apprezzato fin da subito, mi è tornato in mente recentemente a causa degli accadimenti a livello politico nazionale ed internazionale. Per fare l’esempio maggiore, le azione di Trump sono spesso descritte come assimilabili a quelle di un monarca, che vede davanti a sé solo dei sudditi e non dei suoi pari. Non voglio sindacare qua se questo sia più l’atteggiamento di un monarca assoluto o semplicemente la forma ultima del capitalismo quanto, visto il ruolo di modello che Trump ha per le nuove destre nel Vecchio Continente, riflettere sulla questione: come è possibile accettare un tiranno?
Userò a questo scopo il testo di La Boétie cercando di fornire uno spunto di riflessione e di invogliare alla lettura di questo testo, breve e con un linguaggio non eccessivamente complicato, adatto anche a chi è più digiuno di filosofia.
La questione di partenza è molto semplice: l’uomo nasce libero. Nella condizione dello stato di natura l’uomo non è sottomesso ad alcuno se non a sé stesso. Le differenze che esistono tra gli uomini sono differenze naturali e non esiste una tendenza a sottomettere l’altro quanto piuttosto all’amicizia, alla collaborazione per ovviare alle difficoltà. Se l’utilizzo della forza per costringere un uomo a far qualcosa può essere comprensibile in piccoli gruppi (ad esempio se 4 persone mi costringono a compiere una determinata azione con la forza sarà per me difficile reagire) come si giustifica quando un uomo solo sottomette una nazione intera composta da migliaia di individui che riconoscono il potere del sovrano come tale?
Il potere del sovrano si regge sul riconoscimento da parte del suddito della sua autorità. Banalmente se il suddito smettesse di riconoscere il sovrano, attuando una forma di resistenza passiva riavrebbe la sua libertà. L’uomo libero è un uomo che non risponde che a sé stesso dunque per avere la propria libertà basta volerla. Per liberarsi del sovrano non occorre prendere le armi, occorre non riconoscerlo ed agire conformemente alla propria libertà. Come mai ciò non accade?
La condizione dell’uomo fuori dallo stato di natura è tale che l’uomo immediatamente perde la concezione della propria libertà. Così l’uomo scorda le sue origini libere e ricerca la felicità in beni passeggeri e fittizi preferendoli alla vera felicità che nasce dall’essere libero. Ma dunque il destino dell’uomo è già scritto? Non proprio.
Gli uomini di cultura e lo studio della filosofia possono permettere all’uomo di ritrovare contatto con le proprie origini libere e saggiare la propria condizione attuale rispetto alla propria pretesa di libertà. Ma è prerogativa del potere sovrano quello di mantenere la propria autorità ed il proprio potere individuale. Chi si trova ai vertici della catena tenderà allora ad ostacolare la diffusione di questo insegnamento e a tenere questi uomini lontani uno dall’altro. Se questi uomini potessero creare una rete verrebbe a crearsi un possibile pensiero politico alternativo, se restano frammentati il loro potere perdere di incisività. Caratteristica del potere del sovrano è quella della paura di perderlo. Come fa allora il sovrano a mantenerlo? Non tanto con gli eserciti e con la forza militare quanto con l’aiuto di pochi consiglieri. Questi ottengono posizioni privilegiati e beni in cambio dell’aiuto al sovrano. Ciascuno di questi consiglieri farà poi affidamento ad alcuni uomini fidati a cui sono promessi beni e favori se permettono loro di mantenere la posizione di consiglieri e così avviene a cascata. In questa condizione, di fronte ad un colpo di stato l’uomo non richiederebbe la libertà ma un nuovo tiranno dal quale ricevere favori. Allo stesso modo il tiranno tiene dalla sua parte il popolo più basso, non direttamente toccato da questo sistema di favori, elargendo intrattenimento: addobbi, giochi, premi. Sono tutte distrazioni che tengono il popolo “buono” e che portano a far preferire una prevedibile tirannia al salto nel vuoto della libertà.
Il potere sovrano non si tiene allora per vincoli particolari ma è un potere che una volta instauratosi si solidifica tramite l’approvazione del suddito. Il suddito, in parte anche inconsciamente, dà autorità al potere del sovrano ed è il garante ultimo di questo potere, se il suddito smettesse di assecondarlo tutto il sistema cadrebbe su sé stesso, senza alcun bisogno di rivoluzioni armate.
La Boétie è un pensatore ancora noto in ambienti anarchici proprio per questo motivo, per una critica che sì parte dalla monarchia ma che non risparmia neanche i sistemi democratici, preferibili ma comunque portatori di iniquità. Ed ancora oggi può essere utile soffermarsi su queste teorie per riabilitare il potere del suddito/cittadino in un’epoca dove questo si sente sempre più svuotato del proprio potere.
