Ada Colau nasce il 3 marzo 1975 a Barcellona. Cresce nel quartiere popolare di Guinardó,
dove rimane fino all’iscrizione alla Facoltà di Filosofa di Barcellona. Durante gli anni
universitari decide di vivere in condivisione con altri coinquilini, un’esperienza che rafforza la sua consapevolezza sulle problematiche abitative della sua città. Nonostante avesse già
partecipato in adolescenza a campagne di attivismo, come le proteste contro la prima guerra del Golfo, fu grazie a quell’esperienza che iniziò a interessarsi con maggiore intensità al problema abitativo.
Nel 2009 diventa una delle fondatrici della “Plataforma de Afectados por la Hipoteca” (PAH),
un movimento nato a seguito della crisi finanziaria del 2008 che aveva moltiplicato gli sfratti, a fronte di un numero sempre maggiore di persone incapaci di pagare mutui per la casa o affitti. L’obiettivo del movimento era fermare gli sfratti, occupare le case vuote e promuovere la “dación en pago”, una pratica che consentiva al debitore di estinguere completamente il proprio debito con la banca ipotecando la propria casa, anche se il debito eccedeva il valore dell’immobile.
Prima di questa pratica, le famiglie sfrattate, oltre a perdere la propria casa, rimanevano
comunque indebitate con la banca per l’importo residuo del mutuo. Il PAH propose che le
banche, una volta ottenuta l’ipoteca della casa, concedessero alle famiglie un periodo con
afitti calmierati per trovare una nuova sistemazione, evitando che fnissero per strada.
Inoltre, il movimento promosse la costruzione di case sociali, gestite in collaborazione tra il
comune, cooperative e banche, destinate a famiglie con redditi bassi.
Nel 2014 venne creato il partito Barcelona en Comú, guidato dalla stessa Ada Colau. Il partito
vide confluire membri del PAH e del movimento 15M (conosciuto in Italia come il movimento
degli Indignados), anch’esso creato a seguito della crisi del 2008, ma di più ampio respiro
rispetto al PAH. Barcelona en Comú si presentò così come un partito nato dal basso, slegato
dalle élite della città appartenenti al PSOE o al Partito Popolare, riuscendo incredibilmente a
vincere le elezioni ed eleggendo Ada Colau come prima sindaca donna di Barcellona. Questo
successo venne ripetuto anche nelle elezioni successive del 2019.
Durante il suo mandato, terminato con le elezioni del 28 maggio 2023, Colau si è sempre
impegnata sulla questione abitativa e nella lotta contro l’overtourism, problema storico di
Barcellona.
Come primo intervento, bisogna citare il Piano Speciale Urbanistico per le Strutture Ricettive,
approvato definitivamente nel 2017. Lo scopo era stabilire una crescita zero delle case ad uso
turistico, passate da 632 nel 2009 a 9.606 nel 2014 (dati dell’Osservatorio del Turismo di
Barcellona), numero ora in decrescita. Il piano prevedeva inoltre la delocalizzazione delle
strutture turistiche dalla città vecchia verso la periferia, per restituire ai residenti il piacere, e soprattutto il diritto, di vivere il centro della propria città, arrestando il fenomeno della
gentrificazione.
Un altro decreto importante riguardava gli afitti turistici all’interno delle case abitate da
residenti. La giunta Colau ridusse il periodo massimo di afitto a scopi turistici a 31 giorni.
Durante i suoi otto anni da sindaca, Colau individuò oltre 6.000 locazioni turistiche irregolari, multando Airbnb per 1 milione di euro e costringendola a collaborare con il comune per una soluzione condivisa.
Un’ulteriore proposta significativa fu quella di limitare il numero di navi da crociera che ogni
giorno attraccano a Barcellona, fino a un massimo di tre al giorno, riducendo così il numero di crocieristi da 40.000 al mese a 10.000. Questo intervento aveva l’obiettivo di limitare
l’impatto ambientale di tali attività.
La questione ambientale è stata centrale nelle politiche della Colau, con l’obiettivo di
promuovere un turismo sostenibile tramite l’uso di mezzi pubblici meno inquinanti, come il
treno rispetto all’aereo. In quest’ottica, l’ex sindaca ha sempre lottato contro l’ampliamento
dell’aeroporto di Barcellona, sostenuto invece da PSOE e PP.
L’esperienza di Ada Colau come attivista e sindaca ha portato risultati significativi,
smuovendo il dibattito pubblico non solo spagnolo ma anche europeo, su ciò che dovrebbe
essere considerato turismo sostenibile, sia dal punto di vista ambientale sia rispetto alle crisi abitative.
Se osserviamo lo stato di salute delle grandi città italiane, emerge che tra il 2023 e il 2024 i
canoni di affitto sono aumentati in 59 capoluoghi su 86. Alcune città italiane stanno
diventando sempre meno accessibili: l’affitto medio di un appartamento di 40 mq è di 920€ a Milano, 844€ a Firenze e intorno ai 700€ a Bologna e Roma.
È necessario adottare un modello simile a quello proposto dalla Colau, regolamentando gli
afitti brevi con un registro obbligatorio e limitando il numero delle licenze concesse. Inoltre,
si dovrebbero incentivare i trasporti a basso impatto ambientale e il turismo lento, oltre a
ridurre gli approdi giornalieri nei porti più trafficati come Venezia o Livorno.
Infne, un aspetto da sottolineare riguarda l’affluenza elettorale. Alle elezioni comunali di
Barcellona, l’afluenza è passata dal 53% nel 2011 al 60% nel 2015 (le prime elezioni con il
partito di Colau), fno al 66% nel 2019. Questo dimostra che non sono i cittadini a essere
disinteressati alla politica, ma è la politica a disinteressarsi dei problemi dei cittadini. Una
politica incentrata sulle comunità e con una forte base popolare è oggi, più che mai, necessaria per risanare la democrazia.
