Rosa Balistreri, nasce a Licata il 21 marzo 1927. Ha una infanzia difficile. Il padre fa l’ebanista specializzato nel riparare sedie ma è anche violento, geloso, spesso ubriaco e sfoga il suo malessere sulla madre
Si sposò, tramite un matrimonio combinato, con Giacomo Torregrossa, detto Iachinazzu, un uomo violento anche lui spesso ubriaco, che un giorno perse al gioco il corredo della figlia Angela. Rosa perde il controllo e con una lima colpisce il marito e, pensando di averlo ucciso, si consegna ai carabinieri. Purtroppo uomini violenti, inaffidabili sono stati una costante anche un prete fu autore di molestie e a quel punto Rosa abbandonò la Sicilia per andare a Firenze dove lavorò come domestica. La raggiunse la sorella Mafia, insieme ai figli, dopo un ennesimo litigio con il marito che la raggiunse ed uccise. Il padre per il dispiacere si impiccò.
Firenze però fu anche un luogo di pace Rosa conobbe il pittore Manfredi Lombardi, che la presentò ad artisti quali Mario De Micheli, Ignazio Buttitta, Dario Fo. Il pittore ricorda Rosa come una persona che non aveva nessuna scuola ma con doti intellettuali eccezionali e un temperamento fortissimo. La Balistreri diventa la sua modella prediletta e compagna per 12 anni
Manfredi intuisce le potenzialità vocali di Rosa e la spinge a dedicarsi al repertorio tradizionale siciliano. La instrada nel mondo dell’arte Rosa comincia a fare serate in giro per la Toscana. Manfredi le fa conoscere Mario Di Michele, grazie al quale la ragazzina che cantava in chiesa a 15 anni incide il suo primo disco con la Ricordi.
Nel 1966 partecipa allo spettacolo teatrale Ci ragiono e canto Nel 1966 e nel 1969 partecipò alle prime due edizioni dello spettacolo Ci ragiono e canto per la regia di Dario Fo.
La storia d’amore con Lombardi finisce quando lui la tradisce con un’altra modella, intima amica di Rosa. Il suo abbandono le provoca una ferita profonda che le fa tentare il suicidio.
Alla fine degli anni Sessanta la Balistreri ritorna in Sicilia. Parteciperà a Sanremo nel 1973 con la canzone Terra che non senti dedicata alla Sicilia e, l’anno dopo, a un’edizione di Canzonissima. La popolarità la raggiunge, ma non le fa perdere la dimensione dell’autenticità siciliana
Morì a 63 anni, il 20 settembre 1990, presso l’ospedale palermitano Villa Sofia in seguito a un ictus cerebrale sopraggiunto durante una tournée in Calabria.
Angela Torregrossa, unica figlia e legittima erede di Rosa Balistreri, con alcuni amici ha avviato un progetto per dare vita alla Fondazione che si prenderà cura di questo immenso patrimonio, il cui valore identitario è inestimabile.
L’idea è dare vita a un organismo diffuso, che nasca dalla volontà del popolo siciliano, al di fuori delle elargizioni della politica come Rosa avrebbe voluto.
Il 20 di settembre 2024, ricorre l’anniversario della scomparsa di Rosa Balistreri in questo stesso giorno è partita la costituzione della Fondazione Rosa Balistreri per la creazione della quale, ai fini legali, servono 30.000€.
Chiunque vorrà potrà partecipare alla raccolta di questa somma con una donazione anche simbolica di un euro.
clicca qui per contribuire ci sono 4 mesi ancora di tempo https://www.produzionidalbasso.com/project/la-fondazione-per-rosa-balistreri