Nel 2023 circa 1,13 miliardi di persone hanno effettuato almeno un viaggio internazionale
uscendo dai confini del proprio paese. Un numero probabilmente destinato ad aumentare
visto che più di 40 paesi del mondo si aspettano, nel 2024, di migliorare il numero di
presenze turistiche rispetto al 2023. Se il turismo è un settore in crescita sono sempre più
in crescita anche i problemi legati al suo sviluppo; la difficile convivenza tra gli abitanti della città e i suoi visitatori, il problema dell’impatto dei visitatori sull’ecosistema della città. Di ciò sono spesso consapevoli i viaggiatori stessi. Uno studio condotto dall’agenzia Kantar evidenzia che l’82% dei turisti intervistati vorrebbe fare turismo in modo sostenibile. Tuttavia esiste una differenza tra intenzione ed azione visto che solo il 22% degli intervistati
trasforma effettivamente questa idea in pratica modificando le sue azioni in favore di una
maggiore sostenibilità. Come poter aiutare a colmare questo divario? La città di
Copenaghen, capitale di uno dei paesi riconosciuti come i più attenti alla questione
ambientale e tra i più “sostenibili” d’Europa, ha avuto un’idea: l’iniziativa CopenPay. Attivata in via sperimentale tra l’11 luglio e il 15 agosto 2024, alta stagione del turismo
nella città di Copenaghen, l’iniziativa prevedeva alcune ricompense in cambio di azioni green.
L’ufficio del turismo di Copenaghen proponeva sul suo portale internet 24 attività
convenzionate (ancora consultabili sul sito ufficiale, per chi volesse approfondire meglio)
che offrivano, in cambio di un’azione “sostenibile” attività gratuite o a prezzo ridotto come ricompensa. Così era possibile ottenere un pranzo vegano gratuito prestando servizio una
mattina nel giardino botanico della città o uno sconto sulla colazione in un bar
convenzionato se raggiunto in bicicletta o con i trasporti pubblici, addirittura, portando i
nostri rifiuti di plastica, partecipare ad un workshop gratuito all’interno del museo d’arte di
Copenaghen su come trasformare i nostri rifiuti in un’opera d’arte, invece che gettarli in un
cestino.
L’iniziativa, adesso conclusa, è in attesa dell’analisi dei risultati per decidere una sua
eventuale riproposizione o prolungamento. Dal punto di vista della reazione dei turisti si
notano molti commenti positivi dai quali, in particolar modo, sembra trasparire un certo
entusiasmo per l’aver fatto qualcosa per la città che li ospita.
A mio avviso questa proposta della città di Copenaghen è interessante e vale la pena
approfondirla in primo luogo per la sua portata didattica, la ricompensa mostra l’importanza anche di un piccolo gesto facendo riflettere sul ruolo che le nostre azioni di
routine hanno sull’ambiente che ci circonda e può favorire lo sviluppo di comportamenti
sostenibili o una maggior attenzione verso di essi; secondariamente può aiutare a
modificare l’immagine del turista come un estraneo, che occupa e consuma la città
che visita, aiutando a stemperare lo scontro tra il visitatore ed il locale che si sta acuendo
sempre di più e che sta trovando molto spazio anche nel dibattito politico odierno.
D’altro canto, tenendo ben presente che il turismo in sé è un’attività non sostenibile, non bisogna sottovalutare il rischio che attività di questo tipo fungano solo da redenzione morale per il turista che sente di aver fatto qualcosa per la città ma che non
siano effettivamente vissute come tali dalla città stessa, .
Benché oggigiorno, grazie alle compagnie di volo low cost e a siti come Airbnb e Booking,
la possibilità di viaggiare sembri essere alla portata di tutti e di tutte le tasche, a livello
mondiale solo poco più di 1 miliardo di persone ha avuto la possibilità di viaggiare
internazionalmente nell’ultimo anno, un numero molto più alto di quello registrato negli
anni ‘50 del secolo scorso ma comunque molto contenuto se si pensa al totale della
popolazione mondiale. Eppure già si ha la sensazione di essere troppi.
Un’iniziativa come quella promossa da Copenaghen può essere un primo passo verso un
turista che sempre più assume coscienza del suo impatto sulla qualità della vita del luogo che visita e verso un modello di turismo più dolce verso la città che, se non sostenibile,
risulti il meno dannoso possibile.
E, attendendo i risultati di questa prima fase sperimentale, il progetto può essere un ottimo
punto di partenza per chiedersi:
Come poter migliorare la sostenibilità del turismo nelle nostre città?
